FIRENZE – È partito il 26 luglio, con la consueta passerella di Eugenio Giani immortalata suòlla sua pagina facebook (foto in evidenza), come da cronoprogramma, lo scavo del Passante AV di Firenze con la fresa Iris nel cantiere di Campo Marte che ha scavato i suoi primi metri.
A distanza di 18 anni da quando è stato presentato il progetto (aggiornato un’ultima volta lo scorso anno), lavori stop&go, fallimenti e inchieste della magistratura, una delle opere più controverse, spinta dalle sinistre e dai sindacati, ha ripreso il suo percorso che si chiuderà nel 2028 con il sottoattraversamento ferroviario della città e che consentirà la separazione dei flussi tra i treni regionali e quelli ad alta velocità con un costo di 2,7 miliardi.
La fresa in questi giorni scaverà una decina di metri per consentire il montaggio degli ultimi pezzi del convoglio in fondo alla fresa per poi ripartire senza più soste. Tecnicamente denominata TBM (Tunnel Boring Machine), Iris ha un peso di 1.500 tonnellate e un diametro di scavo di 9,4 metri.
Per il sottoattraversamento saranno scavate a circa 20 metri di profondità due gallerie parallele, una per ogni senso di marcia, ciascuna lunga circa 7 chilometri e collegate tra loro con by pass di sicurezza ogni 500 m, tra la stazione di Firenze Campo di Marte e la zona del viale XI Agosto, situata fra le stazioni di Firenze Rifredi e di Firenze Castello.Parallelamente continuano le attività nel cantiere di Belfiore per lo scavo della nuova stazione AV, Foster. È previsto che nei cantieri lavorino a regime circa 400 persone al giorno, il cantiere della fresa sarà operativo 24 ore su 24, 7 giorni su 7.
CRITICHE – Il piddino Giani e i suoi accoliti sono nuovamente entrati nel mirino dell’opposizione di sinistra. Il giornale Contropiano riporta quanto Comitati e esperti diversi da quelli piddini pensano della grande opera sostenuta a spada tratta da Giani e Nardella. Eccone una sintesi:
“Ancora tagli di nastri, visite di ministri, brindisi, la recita del solito mantra pubblicitario rifiutandosi di smentire o citare i problemi esistenti. Si effettuano viaggi fino in val di Chiana per osannare i nuovi prefabbricati per la galleria. Dopo 25 anni di figuracce, fallimenti e inchieste un gran polverone pubblicitario è ciò che ci vuole per far dimenticare il passato e passare a spendere i milardi a disposizione.
Grande esaltazione per “un’opera che avvicinerà di più Firenze all’Italia”… nessuno si era accorto se ne fosse allontanata… Ma silenzio sul fatto che la separazione delle stazioni creerà rotture di carico per i viaggiatori, tempi di trasferimento che annulleranno i benefici della velocità dei treni. Nessuno vuol vedere le incongruenze urbanistiche di un sistema di trasporti incoerente rispetto al trasporto pubblico esistente. “Avanti così”! Questo è il messaggio che tra Regione, Comune, Ferrovie e Pizzarotti si vuol imporre in città. Dopo la sceneggiata della “rotazione a vuoto della testa della fresa” con contorno di ministro, tartine e nastri tricolori, in questi giorni un nuovo rituale andrà in onda: l’”inizio dello scavo”. Ben 10 metri (dieci metri) dei quasi 14.000 (quattordicimila) previsti saranno scavati e questo magico numero (il 10) renderà “inarrestabile e irreversibile” l’opera.
Il Comitato si chiede quando inizierà davvero lo scavo se non è stato fatto nemmeno il consolidamento del Ponte del Pino, la prima fragile infrastruttura incontrata dagli scavi. Il Comitato teme che questo non sia l’avvio reale dello scavo delle gallerie, ma una grande operazione mediatico-taumaturgica per imporre alla cittadinanza l’opera più inutile, costosa e rischiosa che si sia vista negli ultimi secoli. Ovviamente resta bestemmia ricordare che aggiungendo dei binari in superficie si ottengono maggiori benefici per il sistema e nessuna incongruenza trasportistica, con costi e tempi infinitamente minori”.
Ma intanto la talpa Iris, targata Pd, continuerà nella sua opera, con rischio, temuto da molti, di devastazione delle viscere della nostra città. Attendiamo con curiosità di vedere gli effetti di questa operazione.