ROMA – Torna alto l’allarme per il pericolo che fra i presunti profughi e veri clandestini ch sbarcano a bizzeffe sulle nostre coste si nascondano anche terroristi appartenenti alla jihad islamica. L’ipotesi è convalidata non da biechi ambienti della destra, come affermano sempre le sinistre pro migranti, ma da un alto e autorevolissimo rappresentante delle istituzioni, il generale Pasquale Angelosanto, comandante dei Ros dei carabinieri.
Nel corso del convegno in Senato sull’immigrazione irregolare, l’ufficiale dell’Arma si è sbilanciato con un’analisi compiuta e ben centrata sul tema, sottolineando che “la sicurezza nazionale oggi deve fare i conti con organizzazioni criminali transnazionali, strutture complesse radicate in più Stati e composte da persone di diversa nazionalità che sfruttano le vittime costrette a prostituirsi, a delinquere, al lavoro nero”. Un quadro che, evidentemente, il generale è stato in grado di tracciare partendo dalla propria esperienza professionale che, quotidianamente, lo porta a confrontarsi con realtà molto diverse.
“Parliamo di organizzazioni criminali che gestiscono e controllano i flussi migratori e che hanno un modello criminale fluido, duttile e flessibile. Tutti gli interventi repressivi non rallentano il fenomeno perché è facilmente replicabile la struttura organizzativa”, ha spiegato Angelosanto, sottolineando che al giorno d’oggi queste organizzazioni “operano con il benestare delle mafie, che danno loro il permesso di agire”. Si delinea nelle parole del generale un sistema criminale che si alimenta con gli ingressi degli illegali sul territorio, persone che spesso non hanno nulla da perdere e che per questo sono pronte a tutto.
Un monito molto chiaro, che dovrebbe far riflettere le sinistre, Schlein in testa, e le organizzazioni caritatevoli schierate per l’accoglienza illimitata, visto che il generale ha anche precisato: “Hanno le mani sull’accoglienza dei migranti ed è concreto il rischio, i casi sono noti, che i jihadisti possano entrare in Italia confusi tra i migranti: nel tempo abbiamo avuto casi di radicalizzati arrivati proprio utilizzando le rotte dei migranti”.