FIRENZE – Mentre la procura di Firenze è nell’occhio del ciclone per il ritardo nel sequestro dell’iobile occupato delll’ex Albergo Astor a Firenze, con la conseguente dolorosa vicenda della scomparsa della piccola Kata di 5 anni, altre procure balzano all’onore delle cronache per aver chiesto ai Tribunali il rispetto delle leggi e la condanna esemplare per chi ha commesso gravi delitti.
TORINO – L’ergastolo per l’anarchico Alfredo Cospito è stato chiesto dalla procura generale nel processo d’appello bis, ripreso oggi a Torino, per le azioni della presunta organizzazione terroristica Fai-Fri. La causa è dedicata al ricalcolo della pena per uno solo degli episodi contestati, l’attentato – il 2 giugno 2006 – alla scuola Allievi carabinieri di Fossano. In aula l’accusa è stata sostenuta dai pg Francesco Saluzzo e Paolo Scafi.
“Cospito non merita sconti” ha detto in particolare il pg Saluzzo, sottolineando che se l’attentato a Fossano non ebbe “l’effetto voluto, che era colpire un numero indeterminato di carabinieri, fu solo per un caso”. “La Corte costituzionale – ha aggiunto – ha aperto la strada alla possibilità di bilanciare attenuanti e aggravanti anche per il reato di strage politica. Ma nessuno di noi è obbligato a praticare sconti che non siano dovuti. E Cospito non merita nulla”. Per l’imputata Anna Beniamino, detenuta nel carcere di Sanremo, la richiesta è stata di 27 anni e un mese di reclusione
PADOVA – Va contro le leggi, e i pronunciamenti della Cassazione, un atto di nascita registrato con “due mamme”. Per questo una coppia di donne gay di Padova si è vista notificare un atto giudiziario con il quale il Procuratore chiede al Tribunale la rettifica dell’atto di nascita della bambina della coppia (registrato il 30 agosto 2017), attraverso la “cancellazione” del nome della madre non biologica, e la “rettifica” del cognome attribuito alla figlia, tramite cancellazione di quello della ‘seconda mamma’. Il Procuratore di Padova, Valeria Sanzari, richiama “la costante giurisprudenza della Corte di Cassazione in materia”, e, ricordando i compiti di vigilanza sullo stato civile attribuiti dal legislatore alla Procura della Repubblica, afferma di ritenere “illegittima l’indicazione nell’atto di nascita in questione del nominativo” della seconda mamma (non biologica) “quale secondo genitore”.
Ub segnale preciso che nella giustizia italiana, ma non è una novità, i comportamenti sono diversi secondo gli indirizzi dei rispettivi uffici giudiziari e dei singolo magistrati.