Alluvione Emilia: non sono state realizzate le previste casse d’espansione, che avrebbero limitato il disastro

BOLOGNA – Mentre ancora continua il maltempo e i soccorritori stanno sempre intervenendo nelle zone colpite, interviene la magistratura e a Ravenna la procura apre un fascicolo per omicidio colposo contro ignoti.
Già da giorni ci si interroga però anche sugli errori del passato, sulla cattiva gestione del territorio, sulla sottovalutazione del rischio idrogeologico – che soltanto in Emilia Romagna interessa quasi il 15 per cento del territorio – e sulle opere di messa in sicurezza mai terminate o mai nemmeno pianificate. Come già accaduto per altri disastri naturali del passato anche recente, questi aspetti dovrebbero finire prima o poi all’attenzione della magistratura, che cercherà di capire dove, e a che livello, vi siano responsabilità.
Il Codacons intanto aveva già puntato il dito contro le istituzioni per l’emergenza maltempo che ha colpito le Marche e ha chiesto di «verificare il corretto utilizzo dei fondi pubblici destinati alla messa in sicurezza del territorio», poiché «da anni si denuncia l’assenza di un piano di prevenzione dei dissesti idrogeologici in Italia, il mancato o cattivo utilizzo dei fondi per interventi strutturali sul fronte della messa in sicurezza del territorio e l’inerzia delle istituzioni in tal senso». Insomma, conclude il Coordinamento consumatori, «tragedie e alluvioni come quella che sta devastando le Marche non sono causate da eventi climatici, ma dall’uomo, poiché con la dovuta attività preventiva sarebbe possibile contenere o scongiurare gli effetti del maltempo sul territorio e sulla popolazione».
Una situazione simile, a quanto sembra, interesserebbe anche l’Emilia Romagna che, tra il 2015 e il 2022 , ha destinato 190 milioni di euro alla costruzione di 23 casse di espansione. Di queste, oggi solo 12 sono pienamente operative, come quelle del Panaro, del Secchia e del Parma. Due vanno a mezzo servizio, come quella del Senio dove è in corso un faticoso esproprio. Altre nove non sono state terminate, come quella del Baganza, ferma al 30% dei lavori. Tutte quelle operative sono in Emilia, la Romagna non ne ha neanche una. Perché questa differenza? Secondo un documento dell’Associazione idrotecnica italiana, il fatto è che storicamente l’Emilia è stata più colpita dalla alluvioni rispetto alla Romagna. Le prime casse di espansione, in Emilia, sono state costruite alla fine degli anni `70 per iniziativa dell’agenzia interregionale del Po. E quella scelta, ricorda il documento, venne fatta «a seguito delle alluvioni del 1973».
I politici talvolta sottovalutano quanto conta davvero la prevenzione. Il motivo? Il Corriere della Sera ricorda che, ad esempio, le casse di espansione un difetto ce l’hanno, hanno poco impatto politico. E riporta le affermazioni di Armando Brath, professore del Dipartimento di ingegneria Civile dell’Università di Bologna, che definisce questa circostanza «sindrome degli amministratori». In che senso? «Se realizzo una rotatoria, si vede e ci metto poco a farla. Se invece realizzo una cassa di espansione, intanto occupa il territorio e se va bene gli effetti li si vedrà solo nel futuro. Non sono opere molto popolari, non c’è redditività politica immediata». E invece quest’ultima sembra la linea seguita dagli amministratori nella regione amministrata da Stefano Bonaccini e della sua vice, Elly Schlein, adesso segretaria del Pd.
In Veneto invece le casse di espansione ci sono. Qui, nel 2018, la tempesta Vaia fece precipitare 715 millimetri di pioggia in 70 ore. I danni furono pesanti ma non ci furono allagamenti paragonabili a quelli che abbiamo visto in questi giorni in Romagna. Dove di acqua, sebbene concentrata in poco più di 24 ore, ne è caduta meno della metà: 300 millimetri. I tecnici affermano che le casse di espansione consentono all’acqua di «divagare», cioè di staccarsi dal flusso principale, a conferma della necessità di costruirle. E sarebbe necessario intervenire duramente nei confronti delle amministrazioni “distratte”. Ma su questo, almeno si spera, indagherà la magistratura.

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