ROMA – Il direttore generale dell’Oms, Tedros Ghebreyesus in un’attesissima conferenza stampa a Ginevra, annuncia, bontà sua, la fine dello stato di emergenza sanitaria mondiale per il Covid-19. Ma fra non molto, quando le case farmaceutiche avranno preparato i rimedi, forse tornerà il pericolo di un’altra epidemia e un’altra emergenza.
Dopo 1221 giorni, tanti ne sono trascorsi da quel 30 gennaio 2020 quando il mondo piombò improvvisamente nell’incubo Covid, l’annuncio di Tedros Ghebreyesus ha il sapore di una liberazione: “Il Comitato Oms ha raccomandato la fine dello stato di emergenza ed io ho accettato l’indicazione”. Ma questo, avverte subito, non significa che sia tutto finito: “E’ con grande speranza che ora io dichiaro la fine del Covid-19 come emergenza sanitaria globale, ma ciò – tiene a sottolineare – non significa che il Covid sia finito in termini di minaccia alla salute globale. Resta infatti il rischio di nuove varianti emergenti che possono causare altre ondate di casi e morti”.
I numeri sono impressionanti. Quasi 800 milioni di casi Covid-19 confermati nel mondo da inizio pandemia e ufficialmente quasi 7 milioni di decessi. In Italia quasi 26 milioni i casi e vicini a 190mila vittime. Da qui il monito del megadirettore: “La cosa peggiore che i paesi possano fare ora è usare questa notizia per abbassare la guardia, smantellare il sistema che hanno costruito e lanciare alla gente il messaggio che il Covid non è più qualcosa di cui preoccuparsi”. Migliaia di persone stanno proprio ora lottando nelle terapie intensive, e dunque, afferma, “il virus è qui per rimanere. Sta ancora uccidendo e sta ancora cambiando”. E ha poi aggiunto: “All’inizio della pandemia, fuori dalla Cina c’erano circa 100 casi di Covid e non vi erano morti dichiarati. In tre anni il mondo si è capovolto: circa 7 milioni di morti sono stati riportati dall’Oms, ma noi sappiano che la stima è pari almeno a 20 milioni di morti. Il Covid è stato molto di più di una crisi sanitaria, ha causato sconvolgimenti economici, cancellando trilioni dal Pil e ha spinto milioni di persone nella povertà”. Ma da un anno la pandemia registra una tendenza al ribasso ed ora, grazie ai vaccini ed ai nuovi farmaci, ci sono meno morti ed i sistemi sanitari non sono più sotto stress. Da qui arriva la decisione di porre fine allo stato di emergenza.