Ucraina: Londra e Washington forniscono armi micidiali a Zelensky. Putin e Xi Jinping parlano di cessate il fuoco e di pace

KIEV – Mentre Zelensky conferma di volere andare avanti con il conflitto, sperando di raggiungere la vittoria con il pesante aiuto dell’Occidente, in particolare di Londra e di Wahington, a Mosca Russia e Cina discutono di tregua e diu pace, sulla base di una nuova proposta cinese, subito osteggiata dagli Usa.

LONDRA – Londra fornirà a Kiev munizioni anticarro perforanti all’uranio impoverito, una rivelazione che ha scatenato l’ira di Mosca e infiammato le tensioni internazionali. La decisione del governo britannico è stata annunciata lunedì dalla viceministra della Difesa britannica Annabel Goldie durante un’audizione di secondaria importanza alla Camera dei Lord ed è passata del tutto sotto silenzio finché non è rimbalzata sui media ucraini. Non è però sfuggita a Vladimir Putin, che parlando accanto al leader cinese Xi Jinping a Mosca, ha promesso che la Russia “reagirà” se Londra dovesse davvero inviare questo tipo di forniture. Mentre secondo il ministro della Difesa Sergei Shoigu, con le dichiarazioni del Regno Unito lo scontro nucleare è ormai “a un passo”. 

I proiettili perforanti che contengono uranio impoverito sono da tempo al centro delle polemiche sulla legalità del loro utilizzo in scenari di guerra passati, dall’ex Jugoslavia all’Iraq. Interpellato sulla faccenda, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha minacciato che se la Gran Bretagna fornirà tali munizioni, “non c’è dubbio che finirà male” per Londra.

MOSCA – Le quattro ore e mezza di confronto faccia a faccia tra Putin e Xi ieri e le tre ore di colloqui svoltisi oggi alla presenza delle delegazioni hanno partorito due dichiarazioni congiunte: una sullo sviluppo della cooperazione economica da qui al 2030, l’altra sul rafforzamento del “partneriato strategico”. Decisioni tutto sommato attese fin dalla vigilia. Sull’altro aspetto cruciale della missione, cioè il piano di pace cinese, non si registrano invece sviluppi sostanziali, al di là del fatto che entrambi hanno sottolineato l’esigenza di una soluzione negoziata. Mosca, infatti, sostiene l’iniziativa di Pechino, ma lamenta che dall’altra parte non c’è la necessaria buona volontà.

Il piano cinese può essere preso come base per un accordo di pace, ma solo “quando l’Occidente e Kiev saranno pronti”, ha detto Putin. Il problema, ha lamentato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, è che “i Paesi europei e soprattutto Washington non consentono a Kiev nemmeno di pensare” ad un negoziato. “Ora che le maschere sono cadute, i Paesi occidentali mostrano il loro ghigno feroce”, ha aggiunto il portavoce. Nei giorni scorsi la Casa Bianca aveva già detto a Kiev che comunque non avrebbe dovuto accettare un’eventuale, ingannevole proposta di cessate il fuoco.

Ancora prima della fine dei colloqui a Mosca, il consigliere presidenziale ucraino Mikhailo Podolyak ha messo in chiaro che l’Ucraina non acconsentirà ad una tregua: “Ogni tentativo di congelare il conflitto lo farebbe protrarre; un cessate il fuoco significherà una cosa sola, una guerra non finita che brucia nel cuore d’Europa”, ha scritto Podolyak in un tweet. Non ci sono ancora notizie certe, del resto, su una telefonata che secondo alcuni media Xi avrebbe dovuto fare a Volodymyr Zelensky dopo la visita a Mosca.

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