ROMA – L’offensiva di attacchi anche violenti alle sedi delle istituzioni e ai politici di destra, in Italia e all’estero, aumenta il livello. Le manifestazioni legate al caso Cospito hanno confermato il ruolo di primo piano degli anarchici nell’ambito dell’eversione interna, come sottolineato costantemente dalle analisi di intelligence e Antiterrorismo. C’è perciò un attento monitoraggio sul variegato mondo dell’antagonismo per le possibili convergenze con i militanti della A cerchiata. E l’escalation di azioni eclatanti di queste settimane potrebbe costituire un fattore di attrazione per i tanti gruppi accomunati da pulsioni anti-sistema. Non a caso nelle manifestazioni e cortei per Cospito in diverse città si sono visti anche giovani legati a collettivi universitari e centri sociali.
Con il centrodestra tornato al Governo, gli apparati di sicurezza hanno riscontrato il rilancio in grande stile delle istanze antifasciste. A cominciare dagli scontri alla Sapienza di Roma nell’ottobre scorso, quando i collettivi studenteschi hanno impedito lo svolgimento di un convegno organizzato da Azione Universitaria, sigla di destra. La conflittualità sociale si manifesta frequentemente negli scontri di piazza, con tentativi di far salire il tono della protesta e spingere allo scontro con le forze dell’ordine. Gli scontri, strumentalizzati dalle sinistre, fra studenti davanti al liceo Michelangiolo a Firenze, hanno fornito l’occasione alle sinistre e ai sindacati di organizzare manifestazioni di protesta, nelle quali si sonio uditi distintamente anche slogan violenti e immagini di Meloni, Valditarea a testa in giù, stile Piazzale Loreto. Senza che i cosiddetti democratici presenti in corteo si dissociassero.
Accanto all’antifascismo, torna in primo piano il tema della lotta alla repressione e alle carceri, che accomuna antagonisti ed anarchici, così come l’ambientalismo radicale e l’opposizione ad opere pubbliche come il Tav ed il Muos in Sicilia. New entry, poi, la protesta ad alto impatto mediatico, ma non violenta, messa in scena da Extinction Rebellion.
I centri sociali, con in prima fila Askatasuna a Torino, che fa riferimento all’area dell’autonomia, attivo in particolare nelle proteste No Tav, continuano le loro lotte storiche. Il 26 gennaio scorso il centro sociale torinese è stato perquisito dallla Digos e 36 attivisti sono stati denunciati. Le occupazioni studentesche sono riprese con vigore, i movimenti per la casa continuano la loro eterna lotta.Incidenti si sono registrati nei giorni scorsi nella capitale del Piemonte, con vandalismi, centro storico devastato e agenti feriti dalla violenza dei manifestanti.
Si tratta complessivamente alcune migliaia di persone attive principalmente nelle aree metropolitane e potenzialmente sensibili al richiamo anarchico che ha però una sua vocazione ed una tradizione legata allo spontaneismo di singoli e gruppi di affinità, difficilmente inquadrabili in movimenti organizzati e con gerarchie come quelli studenteschi e della tradizione marxista-leninista. Soprattutto le cellule della Federazione anarchica informale sono rigidamente compartimentate e poco permeabili dall’esterno.
L’intelligence ha lanciato l’allarme di possibile innalzamento del livello di attività e di atti da parte dei gruppi citati; per questo forze dell’ordine e procure seguono sempre con la massima attenzione l’evolversi degli avvenimenti, sperando che la magistratura giudicante, come più volte avvenuto in passato, non vanifichi i loro sforzi. Mentre le sinistre minimizzano quelle azioni e anzi strizzano l’occhio ai compagni che sbagliano, come avvenne dopo il ’68.