R0MA – Si teme un’ondata di 900mila migranti dalla Tunisia nel giro di pochi mesi, con un picco ad agosto, che manderebbe fuori controllo la gestione dell’accoglienza, soprattutto a Lampedusa. C’è questo scenario allarmante, spiegano fonti di governo, dietro la preoccupazione che anima il pressing di Giorgia Meloni sull’Unione europea affinché affronti la questione migratoria con urgenza.
Se non arrivano a breve i finanziamenti promessi (1,9 miliardi di dollari dal Fmi, 500 milioni di euro dalla Ue, e quelli di vari Paesi, fra cui 110 milioni dall’Italia), la situazione è destinata a esplodere, e il timore dell’esecutivo è accompagnato dall’auspicio che l’Europa rinforzi il pattugliamento nel Mediterraneo (oltre alla rotta centrale e quella turca preoccupa anche quella libanese) e dia maggiore attenzione agli hotspot in Africa e Medio Oriente.
Ecco perché è “ancora più improcrastinabile l’attuazione di quanto deciso al Consiglio europeo di febbraio” e vanno utilizzate “tutte le politiche e gli strumenti necessari da parte dell’Ue”, come ha sottolineato Palazzo Chigi esprimendo “sentito apprezzamento” per le parole del presidente del Consiglio Ue Charles Michel nella lettera alla premier dopo la tragedia di Cutro.
Uno scambio epistolare che segue quello con la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, nella settimana del bilaterale con il primo ministro olandese Mark Rutte, da cui Meloni ha avuto l’apertura ad affrontare insieme migrazioni primarie e secondarie. E nella rete diplomatica a cui lavora Meloni conta anche l’appuntamento di lunedì: nel decennale del pontificato del Papa, parteciperà alla presentazione de ‘L’atlante di Francesco. Vaticano e politica internazionale’, con il segretario di Stato della Santa Sede, Pietro Parolin. “Il tragico naufragio è un forte richiamo sul fatto che vanno trovate soluzioni concrete e percorribili per gestire meglio la migrazione e combattere i trafficanti”, ha osservato Michel, sottolineando che “non c’è tempo da perdere”. Quindi “l’attuazione rapida delle misure concordate” nel Consiglio Ue di febbraio, in vista della prossima riunione del 23 marzo, “è una priorità per tutti e conto fermamente sull’Italia su questo. Lavorando insieme e con decisione – la puntualizzazione di Michel – dobbiamo prevenire queste tragedie”.