Morti di Cutro: le accuse delle opposizioni, l’inchiesta della magistratura. Il video sul barcone

CROTONE – La tragedia di Cutro, con la morte di 68 persone nel naufragio di un barcone pieno zeppo di migranti, ha commosso l’opinione pubblica, ma ha subito sollevato, come avviene normalmente in Italia quando il centrodestra è al governo, lo sciacallaggio delle opposizioni. Dopo il cordoglio di prammatica sono partite infatti subito le accuse delle sinistre e di qualche alto prelato, che hanno individuato nei ministri Piantedosi (anche a causa di qualche dichiarazione inopportuna) e Salvini i responsabili delle morti.

La procura di Crotone aveva annunciato subito l’apertura di un’inchiesta, in un primo momento tesa a individuare le responsabilità degli scafisti (ne sono stati individuati 4), ma poi estesa anche a come sono stati organizzati i soccorsi, dopo la canea scatenata dalle opposizioni. L’inchiesta però terrà conto di quanto è risultato dalle comunicazioni avvenute fra Guardia di Finanza e Guardia costiera, impegnate nell’azione di soccorso, e riportate dall’Ansa. Eccole.

Pochi minuti prima che il caicco con a bordo i migranti si schiantasse sulla secca a cento metri dalla spiaggia di Cutro, la Guardia di Finanza informò la Guardia Costiera che le sue motovedette stavano rientrando in porto non essendo riuscite ad intercettare il barcone a causa delle condizioni meteo. I militari delle Fiamme Gialle chiesero anche se in quel momento ci fossero mezzi delle Capitanerie in mare, ricevendo una risposta negativa. E’ questo, secondo quanto si apprende, il contenuto della telefonata tra i due Corpi avvenuta alle 3.48 delle notte tra sabato e domenica.

Dopo aver informato, “giusto per notizia”, di non aver individuato il “target” che era stato segnalato dall’aereo di Frontex, i finanzieri chiedono infatti: “voi naturalmente non avete nulla, nel caso ci dovessero essere situazioni critiche?”. E dalla Guardia Costiera rispondono: “noi al momento in mare non abbiamo nulla”. Poco dopo i finanzieri ribadiscono che l’ultima posizione nota del barcone era, attorno alle 21, a 40 miglia dalla costa. “E poi – aggiungono – noi dal radar non battiamo nulla”. Significa che la strumentazione di bordo delle motovedette non aveva individuato il barcone. Prima di chiudere la chiamata, infine, gli uomini delle Fiamme Gialle aggiungono: “va bene, era giusto per informarvi”.

Una sequenza che ribadisce come dall’avvistamento del barcone da parte di Frontex fino a pochi minuti prima della tragedia, la situazione sia stata gestita come un evento di law enforcement, non essendo emersi elementi che facessero ipotizzare una situazione di pericolo.

La conferma viene anche dal video (vedi sopra) girato sul barcone dai migranti poco prima dell’impatto. Si vede calma a bordo, ma si nota che i passeggeri sono stipati nella stiva in modo vergognoso e pericoloso. Ma per le sinistre questo è un dato irrilevante. La colpa è solo di Salvini e di Piantedosi che si debbono dimettere.

L’inchiesta della magistratura di Crotone farà chiarezza, ma intanto il fango sul governo è assicurato. Come al solito una parte politica che ritiene suo diritto governare non accetta le sconfitte elettorali e cerca di “rifarsi” contro la volontà popolare seguendo la strada giudiziaria e mediatica.

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