Fuga di cervelli “giovani” dall’Italia. Negli ultimi 30 anni ridotti gli stipendi del 3%. Negli altri Stati Ue aumenti fino al 276%

BRUXELLES – In Italia si parla con sempre maggiore frequenza del fenomeno riguardante la cosiddetta “fuga di cervelli”, ossia il fenomeno per cui sempre più giovani, laureati e non, decidono di lasciare il Paese per cercare di migliorare le proprie condizioni di vita all’estero. Come causa di questo fenomeno si è da sempre indicato il fatto che ci sia sempre meno spazio per loro nella realtà lavorativa italiana, caratterizzata difatti da un alto tasso di disoccupazione giovanile. All’impossibilità o all’alta difficoltà di trovare un lavoro, si aggiungerebbe un secondo fattore negativo riguardante lo stipendio medio.

Durante gli ultimi 30 anni, l’Italia, come riportato dalle statistiche relative alla variazione degli stipendi pubblicata annualmente dall’OCSE, è stata l’unico paese appartenente all’Unione Europea ad aver registrato una variazione del salario medio in negativo: dal 1990 al 2020 vi è stata una riduzione in percentuale pari al 2,9, dato ancora più sconfortante se si considera che in tutti gli altri paesi gli stipendi sono aumentati tra il 6 e il 276 per cento.

La pandemia che ha colpito il mondo negli ultimi due anni, provocando un’ulteriore contrazione della variazione del salario medio pari al 6 per cento, ha inciso “positivamente” rispetto al fenomeno di migrazione verso gli stati esteri. Il Sole24ore riporta, infatti, che nel 2020, sono stati solamente 112mila gli italiani cancellati dalle anagrafi comunali per espatrio all’estero, circa l’8 per cento in meno rispetto all’anno precedente.

Mentre nel 2021 il Paese ha perso in un anno lo 0,5% di popolazione residente (-1,1% dal 2020), la presenza degli italiani all’estero è cresciuta negli ultimi 12 mesi del 2,7% (il 5,8% se il confronto viene effettuato dal 2020). In valore assoluto sono quasi 154mila nuove iscrizioni all’estero contro gli oltre 274mila residenti “persi” in Italia.

Ma si tratta di un dato influenzato dalle conseguenze della pandemia e, man mano che le condizioni torneranno normali, si prevede che il fenomeno potrà aumentare ancor di più..

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *