Migranti: istituzione di un Cpr (Centro di permanenza per i rimpatri) in Toscana. Commenti e polemiche sulla proposta

L’attuale prefetto di Firenze Valerio Valenti, al fine di migliorare la situazione della sicurezza, ha proposto, fra l’altro, di istituire un Cpr per migranti da espellere in Toscana. Su questo tema si è avviato un animato dibattito fra i politici e in seno alla stampa, soprattutto quella cattolica. Mi preme perciò fornire ai lettori alcune precisazioni, utili per chiarire la situazione. Innanzitutto cosa sono i Cpr.

Con il decreto-legge 13 del 2017 i Centri di identificazione ed espulsione (CIE) hanno assunto la denominazione di Centri di permanenza per i rimpatri (CPR) (art. 19, comma 1). Il medesimo D.L. 13/2017 (art. 19, comma 3) ha disposto, al fine di assicurare una più efficace esecuzione dei provvedimenti di espulsione dello straniero, l’ampliamento della rete dei CPR, con la finalità di assicurare la distribuzione delle strutture sull’intero territorio nazionale. Si tratta di luoghi dove viene trattenuto un cittadino straniero in attesa di esecuzione di provvedimenti di espulsione (art. 14, D.Lgs. 286/1998). Dunque chi viene rinchiuso lì non è proprio uno stinco di santo…

Per quanto riguarda la situazione toscana, dove non esiste uno di questi centri, quando arrivai a Firenze, nel 2010, i giornalisti mi posero sostanzialmente una sola domanda: se fosse opportuna l’istituzione di un Cie (allora si chiamavano così) in Toscana e io, in base alla precedente esperienza di Torino, risposi di sì, visto che quel centro creava qualche problema, ma permetteva di risparmiare l’impiego di un numero alto di agenti per accompagnare gli stranieri a uno dei centri esistenti e di utilizzarli, gli agenti, per la sicurezza in loco. Le stesse richieste i dirigenti delle Forze dell’ordine le hanno avanzate in ogni regione nella quale ho prestato servizio.

Successivamente, nel 2011, il ministero dell’interno chiese ai prefetti dei capoluoghi di regione di sondare la possibilità di istituzione di un Cie nelle regioni dove non esistevano. Fu individuata, per la Toscana, l’area di Coltano, piccolo centro a pochi chilometri da Pisa. Si trattava di una base militare di proprietà del demanio inutilizzata da quattro anni, lontana dai centri abitati e vicina all’aeroporto. Non se ne fece di nulla perché regione e comune si dichiararono contrari.

La questione si ripropose nel gennaio 2019, quando, mutato nome in Cpr, gli enti locali espressero un nuovo parere negativo alla costruzione di un centro di permanenza per i rimpatri, sempre a Coltano.

Infine la recente proposta del prefetto di Firenze, Valerio Valenti, in merito alla quale va sottolineato come adesso il sindaco di Firenze, Dario Nardella, e quello di Prato, Matteo Biffoni (che è anche presidente Anci Toscana), entrambi del Pd, abbiano accolto con favore la proposta. Ma, per ora, nessun seguito ha avuto la vicenda.

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