Papa di nuovo a fianco dei migranti, invita l’Europa all’accoglienza. Ma loda l’Italia

VATICANO – Papa Francesco, nel suo discorso ai membri del Corpo Diplomatico accreditati presso la Santa Sede, torna sul suo tema preferito, un vero disco rotto, quello dell’accoglienza ai migranti. E afferma recisamente:

“A Lesbo ho potuto constatare la generosità di quanti prestano la propria opera per fornire accoglienza e aiuto ai migranti, ma soprattutto ho visto i volti dei tanti bambini e adulti ospiti dei centri di accoglienza. Nei loro occhi c’è la fatica del viaggio, la paura di un futuro incerto, il dolore per i propri cari rimasti indietro e la nostalgia della patria che sono stati costretti ad abbandonare. Davanti a questi volti non possiamo rimanere indifferenti e non ci si può trincerare dietro muri e fili spinati con il pretesto di difendere la sicurezza o uno stile di vita. Questo non si può. Occorre vincere l’indifferenza e rigettare il pensiero che i migranti siano un problema di altri. L’esito di tale approccio lo si vede nella disumanizzazione stessa dei migranti concentrati in hotspot, dove finiscono per essere facile preda della criminalità e dei trafficanti di esseri umani, o per tentare disperati tentativi di fuga che a volte si concludono
con la morte. Purtropp, occorre anche rilevare che i migranti stessi sono spesso trasformati in arma di ricatto politico, in una sorta di “merce di contrattazione” che priva le persone della dignità.

In questa sede, desidero rinnovare la mia gratitudine alle Autorità italiane, grazie alle quali alcune persone sono potute venire con me a Roma da Cipro e dalla Grecia. Si è trattato di un gesto semplice ma significativo. Al popolo italiano, che ha sofferto molto all’inizio della pandemia, ma che ha anche mostrato segni incoraggianti di ripresa, rivolgo il mio augurio, perchè mantenga sempre quello spirito di apertura generosa e solidale che lo contraddistingue”.
Poi ribadisce la giusta accusa di disinteresse nei confronti della Ue, che spesso si volta dall’altra parte, per gli egoismi di molti Stati membri: “In pari tempo, reputo di fondamentale importanza che l’Unione Europea trovi la sua coesione interna nella gestione delle migrazioni, come l’ha saputa trovare per far fronte alle conseguenze della pandemia. Occorre, infatti, dare vita a un sistema coerente e comprensivo di gestione delle politiche migratorie e di asilo, in modo che siano condivise le responsabilità nel ricevere i migranti, rivedere le domande di asilo, ridistribuire e integrare quanti possono essere accolti”.

Questa volta siamo perfettamente d’accordo con le richieste di Bergoglio, che sono poi quelle che vari governi italiani, a partire da quello di Renzi, hanno rivolto senza risultato alcuno alla matrigna Ue, la cui politica dell’immigrazione è ispirata, sotto traccia da Germania e Francia, in modo evidente dai Paesi cosiddetti frugali, obbedienti ai voleri di Frau Merkel, e dai paesi del gruppo Visegrad, quelli dell’Europa dell’est, dell’ex impero dell’Unione Sovietica.

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